È stato inaugurato a metà ottobre a Cappella Maggiore nelle colline trevigiane.
Credo proprio che l’evento cui il 16 ottobre scorso ho partecipato con una mia prolusione d’apertura, di fronte alle autorità locali, a centinaia di olivicoltori e a tantissime altre persone curiose di assistere all’inaugurazione di quello che viene considerato il frantoio più a nord del mondo, sia di quelli che resteranno nella storia.
La sede del nuovo frantoio Reitia di Cappella Maggiore (Treviso) |
L’ulivo, che oltre duemila anni or sono i Romani avevano introdotto anche nella pedemontana veneto-friulana, era letteralmente scomparso a seguito della tremenda gelata dell’inverno del 1709 che aveva distrutto tutti gli ulivi e gran parte del patrimonio viticolo. Solo negli ultimi anni, a seguito di qualche felice esperimento avviato da intelligenti agricoltori della Pedemontana trevigiana e, a Cappella Maggiore (Treviso), grazie anche all’impegno dell’Amministrazione comunale e alla determinazione del sindaco, l’avv. Mariarosa Barazza che ha promosso la coltivazione di queste piante, l’ulivo è tornato a crescere sulle dolci colline pedemontane ai piedi dell’antico Bosco del Cansiglio, rendendo ancora più ameno un paesaggio già di per sé affascinante. Con la diffusione delle piante d’ulivo e la possibilità di avere una rilevante produzione di olive, i già numerosi olivicoltori di Cappella Maggiore hanno voluto unirsi in Cooperativa e realizzare un frantoio locale per produrre un olio extravergine d’oliva che fosse unico e nato in un frantoio considerato, per quanto se ne sa, il più a nord del mondo e sicuramente uno dei più settentrionali del globo.
Nuove piantagioni di ulivi |
Lo scorso 16 ottobre sono dunque intervenuto alla cerimonia inaugurale del Frantoio “Reitia” e questo nome è stato scelto dopo attento studio della storia veneta. Reitia era la più importante divinità degli antichi Veneti e riallacciarsi alla dea Reitia significa per il frantoio e la Cooperativa di olivicoltori di Cappella Maggiore riprendere il filo della storia e riscoprire l’antica origine degli abitanti di una terra che, oltre duemila anni fa, ha accolto dai Romani i prodotti alimentari fondamentali: il frumento per fare il pane, la vite per ottenere il vino e l’ulivo per impreziosire la tavola con il suo meraviglioso olio.
Il nuovo frantoio sorge sulla proprietà dell’olivicoltore Elvio Zanette ed è dotato della più avanzata tecnologia per la frangitura a freddo delle olive, in grado di salvaguardare al meglio le caratteristiche organolettiche e gli aromi dell’olio extravergine prodotto. Il nuovo impianto consente di controllare l’atmosfera nella fase di gramolazione (mescolamento della pasta oleosa successivo alla frangitura), quindi tenere sotto controllo i parametri determinanti la qualità dell’olio di oliva, ben sapendo che la gramolazione è una fase importantissima nel processo di estrazione, poiché è in questa fase che l’olio fuoriesce dalla pasta di olive. Le microgocce d’olio con il continuo rimescolamento si riuniscono formando gocce più grandi. Queste si separano dalla fase acquosa e da quella solida con la successiva estrazione che avviene all’interno del decanter. Tale impianto consente quindi di avere dell’olio di altissima qualità, ricco dei suoi profumi ed aromi naturali, un olio che, proprio perché nasce all’estremo nord dell’area dell’olivo, è considerato dagli esperti fra i migliori del mondo.
Sono col sindaco di Cappella Maggiore (TV), avv. Mariarosa Barazza, durante l'inaugurazione del Frantoio |
La sede del frantoio, che si trova lungo l’antica “Callalta” della centuriazione cenedese, quindi in un luogo storicamente importante, s’inserisce armonicamente nel contesto naturale del territorio pedemontano e contiene quanto oggi richiesto per produrre, imbottigliare e conservare nelle migliori condizioni l’olio extravergine. Il nuovo frantoio Reitia di Cappella Maggiore è una realtà d’assoluta avanguardia che, grazie alla determinazione della Cooperativa di olivicoltori “Reitia” e all’impegno anche finanziario affrontato rappresenta un prezioso sostegno per l’economia agroalimentare dell’intera pedemontana trevigiana.
E sono stato felice d’aver potuto introdurre con un mio intervento la cerimonia di inaugurazione, che rappresenta una tappa importante nella storia economica della Pedemontana Trevigiana.