La bella estate 2018 sta per inoltrarsi
in un autunno che dovrebbe regalarci altrettante soddisfazioni, con il
prolungamento della stagione turistica nelle nostre spiagge e nelle città
d’arte e con la campagna e la collina generose di ottimi prodotti, a cominciare
dal vino, col Veneto che è la quarta potenza mondiale
per il vino esportato.
Nell’editoriale di settembre della
rivista che dirigo - Fuocolento – ho scritto che
in questo mese la rivista si sofferma in particolare su un frutto del passato
che sta conquistando sempre più attenzione per le sue straordinarie
caratteristiche: le mele antiche, con diversi
articoli sulle mele, firmati da illustri esperti, e dedica poi giusto spazio a
un evento che all’inizio di luglio ha attirato l’interesse degli addetti ai
lavoro sia italiani che internazionali: il 73°
Congresso Nazionale degli Enologi, celebrato a Trieste.
Ci sono poi altri
articoli - il turismo internazionale che ama le spiagge altoadriatiche,
le Dolomiti venete e friulane, la
Carnia e le numerose città d’arte delle nostre regioni; una
produzione enologica in crescita sia quantitativa che qualitativa, conosciuta e
richiesta in tutto il mondo; l’appassionato e intelligente recupero e rilancio
di un patrimonio frutticolo che pareva scomparso; i grandi eventi di interesse
internazionale come il Congresso degli Enologia a Trieste, il Mittelfest di
Cividale e Pordenonelegge (19-23 settembre), uno dei massimi eventi culturali
italiani, senza dimenticare gli straordinari eventi internazionali che si
tengono a Venezia, a cominciare dalla Biennale di Architettura e poi il
Festival del Cinema – ci fanno capire l’importanza e il valore culturale
attrattivo del nostro Nordest, che, oltretutto, sta trainando l’economia
italiana, dà lavoro anche a molti immigrati ed è felice punto d’incontro
dell’area mediterranea con il Nord e l’Est d’Europa.
Il Nordest ha raggiunto nel corso del
tempo importanti risultati grazie all’intelligenza e al lavoro della propria
gente e ora ha bisogno di aprirsi di più al mondo, di migliorare le proprie
strutture e infrastrutture per non perdere in futuro le sfide con l’Europa, fin
qui vinte.
Il Nordest, per essere concreti, ha
fortemente bisogno di infrastrutture serie e funzionali. Ricordiamo, in
particolare, la TAV
per migliori e più veloci collegarsi con l’Europa dell’Ovest e a quella
dell’Est; corridoi più veloci e sicuri verso il Sud Italia (la Nuova Romea ) e verso l’Austria
e la Germania
(con una terza corsia sulla Modena-Verona-Brennero e un più funzionale valico
verso l’Austria), col prolungamento della Venezia-Belluno verso Monaco di
Baviera, dal momento che, pur con la terza corsia in realizzazione, la Venezia-Tarviso -Trieste,
sarà presto intasata da Palmanova a Venezia; porti capaci di essere funzionali e
convenienti punti d’arrivo europeo della Via della Seta.
Al Nordest servono certezze per poter
ulteriormente sviluppare le proprie potenzialità, garantire benessere ai propri
abitanti, dar lavoro ai giovani, impegnare in loco le eccellenze, perché, senza
una grande visione e senza grandi ideali le mele antiche servono poco, il
turismo diventa lavoro di routine, gli eventi non si traducono né in valore
aggiunto, né in nuovi posti di lavoro.