Nel 150° anniversario della nascita
di Giampiero Rorato
La
memoria degli italiani, in particolare di coloro che amano il cibo prodotto con
le sane materie prime italiane non può dimenticare uno dei personaggi che hanno
contribuito a rilanciare il frumento italiano, attraverso una seria ricerca
genetica, accurati e fruttuosi incroci, valorizzazione delle varietà più utili.
Il
personaggio è Nazareno Strampelli (nella foto sopra), giustamente considerato il padre della
moderna scienza del grano.
Era
nato a Crispiero di Castelraimondo, Macerata, il 29 maggio 1866, nell’anno in
cui, a seguito della terza di guerra di indipendenza, il Veneto veniva unito al
regno d’Italia ed ora, a 150 anni dalla nascita, consapevoli dell’enorme contributo
da lui dato al miglioramento in Italia e nel mondo della produzione di frumento
e, conseguentemente, a una maggiore disponibilità di pane, desideriamo
ripercorrene pur brevemente la vita..
In
tempi molto problematici, mentre l’Italia stava lentamente risollevandosi da
una situazione economica, sociale e politica molto difficile - dopo le costose guerre
risorgimentali e la non facile opera di costruzione dello stato unitario,
frutto in molti casi della forzata unione dei precedenti stati indipendenti o
di influenza austriaca – Nazareno Strampelli seppe indicare con rara sapienza la
strada per valorizzare al meglio uno dei prodotti che caratterizzano la civiltà
italiana fin dalle origini: il grano.
Scheda originale del grano Gregorio Mendel |
Strampelli,
dopo la laurea in Scienza agrarie ottenuta a Pisa nel 1891, era giunto nel 1903 a Rieti per dirigere
una cattedra ambulante di granicoltura, ma più che insegnare ai contadini a
coltivare l’esistente, ritenne più utile e produttivo avviare fin da subito
esperienze di ibridazione dei grani,
dando inizio, forse inconsapevolmente, a una nuova scienza, la genetica
agraria.
Quattro
anni dopo, nel 1907, la sua cattedra fu trasformata in Stazione Sperimentale di
Granicoltura e nel 1919, appena conclusa la prima guerra mondiale, fece sorgere
a Roma l’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura.
Le
esperienze fino allora condotte lo convinsero che era possibile migliorare di
molto, senza aumentare le aree di coltivazione, la quantità e la qualità del
frumento prodotto, sperimentazioni che, fra l’altro, gli mostrarono in concreto
la veridicità delle leggi dell’abate Gregor Johann Mendel (1822-1884) da poco
riscoperte.
Strampelli e la moglie Carlotta in lavoro |
Il
suo straordinario contributo, sicuramente il più importante a livello mondiale
per quanto riguarda la scienza del grano, fu utilizzato nel “ventennio fascista”
per sostenere la “battaglia del grano”, ma fu ignorato, se non addirittura
osteggiato dai suoi colleghi e addirittura espulso dall’Associazione dei
Coltivatori da lui stesso fondata, rimasta ligia alla selezione clonale, non
accettando in nessun modo le ibridazioni.
Questi
atteggiamenti negativi dei suoi stessi colleghi lo rattristarono non poco
mentre avrebbe ampiamente meritato non solo la candidatura (che nessuno
propose) ma la l’assegnazione stessa del Premio Nobel per il prezioso servizio
da lui reso all’intera umanità.
Questo
grande scienziato non si limitò a operare per il miglioramento genetico del
frumento, pensando anche alle altre specie vegetali impiegate nella rotazione agraria
di questo cereale.
La spiga del Rieti originario da cui tutto è partito |
Egli
si occupò anche di “aridacoltura”, cioè della condizione in cui si trovava e si
trova il Meridione d’Italia, sperimentando varietà di grano capaci di
sopportare senza inconvenienti la siccità, oggi in parte corretta mediante
l’opera dei Consorzi di bonifica. E si interessò in pratica di tutto il settore
che ruota intorno al grano, comprese le interazioni chimiche a distanza (le
allelopatie), problema ora di grande attualità che egli aveva affrontato già un
secolo fa.
Fra
i frumenti da lui ottenuti mediante ibridazione che ebbero ampia diffusione
anche all’estero, ricordiamo, fra i grani duri il Senatore
Cappelli e fra i grani teneri, cui dedicò le maggiori attenzioni: Damiano Chiesa, Mentana, Villa Glori, Gregorio
Mendel, Virgilio, Dante, Terminillo, Roma, Carlotta (il nome di sua moglie),
Edda, Ardito, S. Pastore, Marzotto.
Strampelli
non brevettò mai i frutti del suo studio, i suoi nuovi grani erano dunque a
disposizione di tutti, gratuitamente. Egli rifiutò i privilegi derivati dagli
alti meriti conferiti dallo Stato e nonostante fosse consapevole del valore
della sua opera, non affidò ai libri i risultati del suo apprezzato lavoro, che
meritò, ancora in vita, elogi internazionali.
A
tal proposito ha scritto: “L’uomo che
allarga ogni giorno il suo dominio su tutto ciò che lo circonda non è padrone
del tempo, il grande galantuomo che tutto mette a posto. E il tempo a me è
mancato di fare tante cose che pure avrei voluto veder compiute. Le mie
pubblicazioni, quelle a cui tengo veramente, sono i miei grani. Non conta se
essi non portano il mio nome; ma ad essi è e resta affidata la modesta opera.”
Strampelli nella stazione fitotecnica di Montagnana (Padova) |
Nel
ricordare Nazareno Strampelli, venuto a mancare durante la seconda guerra
mondiale, nel 1942, non è tanto importante soffermarsi sul lungo e interessante
curriculum di questo straordinario scienziato italiano, troppo presto
trascurato, ma sottolineare la visione profetica di un uomo che seppe indicare
una strada tornata di pregnante attualità.
È
doveroso ricordare che per risolvere il problema della scarsa produzione di
grano – all’inizio del secolo scorso sui 10 q/ha – si fece inviare a Rieti,
dove operava, numerose varietà di frumento da ogni parte del mondo, fin dal
Giappone, allo scopo di trovare, mediante la pratica degli incroci, dei
soggetti più adatti alla caratteristiche delle diverse aree italiane, più
produttivi e qualitativamente migliori di quelli allora esistenti.
.
Negli
impegnativi decenni della sua attività, fra gli anni dieci e quaranta del
Novecento, ben si videro i frutti del suo ingegno e non solo se ne avvantaggiò
l’Italia che, anche grazie a Strampelli, riuscì a superare gli anni tremendi
dell’isolazionismo e delle sanzioni economiche, ma le nuove varietà realizzate
dal grande genetista furono esportate in tantissimi stati d’Europa, Asia,
Africa e America meridionale e adottate addirittura in Cina, dove, per limitarci
a una citazione, il Villa Glori fu importato nel 1938 con il nome cinese di
Zhongnong 28, diffondendosi rapidamente in quel vastissimo Paese.
I
nuovi grani realizzati da Strampelli vennero velocemente adottati in tutta
Italia, restando poche isole riservate ai grani antichi, come il Khorasan in
Puglia, Basilicata e Molise o il Tumminia (o Timilia) in Sicilia e non molti
altri, poiché avevano rese superiori quattro volte e anche più rispetto ai
grani precedenti, ma molti vennero poi ingiustificatamente abbandonati con
l’arrivo in Italia dei grani sterili prodotti delle multinazionali americane,
sostenuti da un battage pubblicitario senza precedenti e da forti iniezioni di
concimi chimici i cui nefasti effetti sul territorio non sono ancora scomparsi.
E
qui, ricordando con orgoglio questo grande scienziato italiano, ci piacerebbe
che i grani storici italiani, presenti da oltre due millenni, assieme a quelli
offerti all’umanità da Nazareno Strampelli, a volte ulteriormente ibridati e
migliorati dai suoi allievi e successori, venissero attentamente riconsiderati
e trovassero nuova diffusione, garantendo ai consumatori una “filiera corta”,
cosa che attualmente non esiste per la quasi totalità della pasta, del pane,
dei dolci, delle pizze che tutti noi quotidianamente consumiamo.
Il presente ricordo di Nazareno Strampelli è arricchito da informazioni attinte anche dai numerosi scritti del genetista Sergio Salvi che nel 2013 ha pubblicato un aureo libretto intitolato “Sulle tracce di Nazareno Strampelli”, edito dall’Accademia Georgica di Treia e che il 21 marzo scorso ha conquistato il Premio Internazionale del Museo Nazionale delle Paste Alimentari di Roma, giunto alla XX edizione.
Le foto qui pubblicate sono tratte dal
volume: Roberto Lorenzetti, La Scienza del Grano, Ministero dei Beni e delle Attività
Culturali, 2000 e provengono dall’Archivio Priv. Famiglia Strampelli e
dall’ASSGRi per la spiega del grano Rieti.