Il panettiere che vorrei
Un moderno artigiano del pane
Innamorato dei grani storici
italiani, non vuole né la chimica né i cosiddetti miglioratori, ma pane in
assoluta purezza e questo gli ha garantito il successo
di
Giampiero Rorato
Luca e Giovanna Vidorin |
Incontrare
Luca Vidorin e sua moglie Giovanna significa entrare appieno nel mondo delle
farine, del pane, dei dolci e soprattutto di un’alimentazione di alta qualità, seria,
attentamente studiata e selezionata, sana e funzionale ai bisogni dell’organismo.
Luca,
ben noto e stimato maestro veneto del pane, da sempre studioso di grani e
farine, ricco di saperi professionali, con laboratori di panificazione e di
dolci e negozio di vendita a Falzé di Trevignano (TV), è figlio d’arte e fin da
piccolo ha sognato di diventare panettiere.
L?esterno del Forno Vidorin |
A 24 anni lascia il forno paterno
per vivere nuove esperienze e nel 2002 gli è offerta l’occasione di gestire un
forno tutto suo e da quel momento inizia il suo percorso ricco di speranze, di
paure, di tante prove, di insidie burocratiche, di difficoltà economiche, ma è fermamente
deciso a non fermarsi di fronte ai rischi d’impresa, perché superare tutte le
difficoltà e produrre pane d’alta qualità da grani italiani rappresenta il suo
riscatto personale e gli permette di capire chi è, come persona e come
professionista e che cosa si propone in concreto da dare alla gente che arriva
nel suo negozio in un’epoca nella quale il mondo è sempre più globalizzato e
dipendente dalle multinazionali.
Grano Saragolla o Khorasan |
“Ho
sempre creduto all’aspetto emozionale del consumatore, in quell’emozione che il
cliente prova ascoltano ciò che so e gli racconto del mio
lavoro, del pane e dei dolci che produco ed offro, della materia prima attentamente selezionata che utilizzo;
il tutto in relazione a un bisogno che ogni cliente vive quando entra nel mio
panificio.”
Ascoltando
i clienti, le loro esigenze e preferenze, l’azienda di Luca Vidorin si sviluppa
sempre più, migliorando la propria immagine ed è conosciuta anche da
consumatori di altri paesi grazie non solo all’ottima qualità del pane che
produce ogni giorno, ma anche a un’estesa varietà di pani sfiziosi e stagionali
dalle forme più artistiche.
Pane con lievito madre e farine di grani antichi |
Luca
non segue tanto i pani della tradizione, badando di più alla qualità degli
ingredienti impiegati – farina, acqua, sale e lievito – cui poi aggiunge
qualcosa di nuovo, ma neppur questa severità produttiva lo soddisfa, ritenendo
che ciò sia già superato e, per quanto operi già bene e con piena soddisfazione
dei clienti, ritiene non sia questa la vera maestria di un moderno artigiano
del pane che studia con amore la natura, le caratteristiche e le potenzialità
del proprio lavoro.
E
allora comincia a chiedersi come operare per mantenere intatte le
caratteristiche nutrizionali degli ingredienti che impiega; come operare per
ottenere da quegli ingredienti il meglio delle loro potenzialità; come
comportarsi nel suo lavoro per restare legato all’idea che “madre terra” è
sempre riuscita a nutrire l’uomo senza dover intervenire con metodi invasivi, come
i bombardamenti molecolari, aggiunte di prodotti chimici e quant’altro è
distruttivo per l’equilibrio della natura.
Su
queste problematiche Luca studia e lavora a lungo, sostenuto dalla moglie che,
a contatto coi clienti, ne sente i commenti e le emozioni quando raccontano le
loro impressioni sul pane che hanno gustato.
L’amore per i grani antichi
Nel
corso del suo lavoro Luca conosce farine ottenute da grani italiani storici e
antichi, ma fino a qualche anno fa la filiera era ancora lunga e poco
controllabile. Poi viene a sapere che anche nelle campagne vicino al suo paese
c’è chi inizia a coltivarli. Allora, d’accordo con sua moglie, s’incontra con
gli agricoltori e instaura con loro un ottimo rapporto che, per Luca, significa
il rinnovamento dell’arte bianca con grani di alto pregio, il ritorno a
un’alimentazione pura e sana e, nel contempo, il rilancio della propria
attività
Luca
ama tutti i grani realizzati nella prima metà del secolo scorso da Nazareno
Strampelli. Ma ha una preferenza per il “Gentil rosso”, che è, mi dice, “un piacere
del mio palato, non del mio cuore, perché con il cuore amo tutti i grani
antichi e storici, quelli prodotti nelle nostre campagne prima degli invasivi
interventi genetici mirati alla grande resa e quantità. Di conseguenza la resa
per me non influisce nei miei principi, anzi, con una buona conoscenza tecnica
si riesce più ad apprezzare questi grani pressoché poveri di glutine.”
Il mezzo sale
Fra
i pani prodotti da Luca Vidorin c’è il “mezzo sale”, frutto di un è un progetto
che ha come obiettivo il mangiar salutare, frutto della collaborazione tra
l’Associazione Italiana Panificatori e il Ministero della Salute. “È uno dei
primi progetti in cui ho creduto e aderito - ci dice il nostro maestro del pane
– per il quale è stato redatto un disciplinare di ricetta che prevede
l’utilizzo di metà sale rispetto a un normale utilizzo (quindi l’1 % sulla
farina) mirato a ridurre la pressione arteriosa, quindi migliorare la
funzionalità dei vasi sanguigni e dei reni, aumentando la resistenza delle
ossa”.
Quale pane chiede la gente
“La
nostra clientela si sta evolvendo assieme a noi e sono sempre meno quelli che
chiedono i pani tradizionali o “tipici” che produciamo come la mantovana, la
rosetta, la piava, il montasù o il bigarano che sono legati per lo più al primo
dopoguerra , ma che di fatto oggi non assomigliano neanche lontanamente ai pani
del passato neppure nell’aspetto. Oggi, infatti, li possiamo avere lucenti,
leggeri e striati solo grazie all’utilizzo di grani moderni che possono
resistere allo stress fisico della lavorazione prima strumentale poi manuale e
sono grani importati in Europa prevalentemente dopo gli anni ’60 e mi riferisco
in particolare ai grani stranieri creati dalle multinazionali.
La
maggior parte dei miei clienti, in possesso di una buona cultura alimentare,
sceglie pani ottenuti da grani alternativi, storici o antichi e ci seguono in
ciò che proponiamo e sono sempre pani con corretta fermentazione, di alto valore
soggettivo oltre che oggettivo, perché, oltre ad essere buoni e sani, soddisfano
appieno il palato di chi li consuma . Ci sono inoltre clienti che chiedono pani
con un utilizzo dello 0,1% di lievito, quelli con l’1% di sale, quelli con un
ridotto contenuto in glutine, quelli con l’utilizzo di madre bianca o di farro,
fino a quelli con grani alternativi o
antichi.”
Le meraviglie dei grani antichi nei nostri campi |
Il
futuro del panettiere artigiano
Chiedo
a Luca Vidorin, che è un vero pioniere della nuova emergente arte
panificatoria, come vede il futuro della sua professione.
Non
fatica a rispondermi. “Dopo molti anni di lavoro vedo l’opportunità per
l’artigiano panettiere di riconquistare il suo ruolo di professionista di
fiducia, diventando fidabile vettore di informazioni, con la sua bottega
considerata indispensabile luogo di sereni incontri, di pace e convivialità,
grazie ai prodotti che sforna. Per questo il futuro panettiere artigiano dovrà
diventare intelligente e serio protagonista delle scelte dei grani, consolidando
un rapporto sempre più stretto con l’agricoltore che produce il grano,
re4alizzando quindi una filiera corta e cortissima. Solo poi arriverà il mugnaio
che dovrà avere molta cura del grano scelto dal panettiere, realizzando una
macinazione che lui sa fare benissimo.
Il
mugnaio funzionale ai panettieri non deve essere un miscelatore di grani e di
farine (quando va bene) o di chimica (quando va male), tantomeno preoccuparsi
di togliere intraprendenza o creatività ai panettieri creando mix a suo
piacere. Voglio provocare gli artigiani come me a diventare sovrani della
propria professione, sovrani della propria personalità, sovrani del proprio
corpo, perché anche noi siamo “vita”e come tale dobbiamo mangiare bene e per
questo altrettanto bene abbiamo l’obbligo di trattare i nostri clienti, i nostri “fratelli”, i
nostri figli.”
Luca
Vidorin ha ragione: con tutto il pane estero surgelato che arriva ogni giorno nei
supermercati, spesso dannoso per la salute, tornare al pane buono, naturale,
come facevano le nostre donne fino alla metà del secolo scorso è un privilegio
che dovrà essere per tutti e spero succeda presto, appena gli artigiani del
pane torneranno ad essere p seri e didabilirotagonisti nei paesi e nei
quartieri delle nostre città.