martedì 5 agosto 2014

Turismo & Gastronomia

Una riflessione in omaggio a Stefano Bonilli
di Giampiero Rorato

L’improvvisa scomparsa lo scorso 3 agosto di Stefano Bonilli, fondatore del GamberoRosso, precursore di nuovi mezzi e metodi di comunicazione, uno dei padri della critica gastronomica italiana e valorizzatore della cucina italiana, stimato in Italia e all’estero, obbliga quanti si interessano di agroalimentare, ristorazione e turismo ad una riflessione sullo stato delle cose e sulle prospettive che si aprono ai settori amati e studiati con passione e competenza da Bonilli. 



Ed è una riflessione che vuole essere anche un doveroso tributo a un uomo serio, sempre molto presente e  attento alle vicende del settore, informato di tutto e, quando necessario, critico implacabile ma mai cattivo sul mondo dell'enogastronomia e, nel contempo, attraverso i suoi siti, in particolare, Papero Giallo e Gazzetta Gastronomica, sapiente indagatore sul costume italiano.

Il Turismo

Sembra che col ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, l’organizzazione turistica italiana si stia finalmente muovendo in modo positivo, dopo anni di stagnazione, ignorata o addirittura mal governata da chi ne aveva la responsabilità. 

L’Italia ha centinaia di chilometri di spiagge, molte delle quali bellissime; ha montagne incantevoli, dalle Dolomiti alla Sila; ha isole stupende e non solo Sicilia e Sardegna, ma anche Tremiti, Pelagie, Egadi, gli arcipelaghi Campano e Toscano, La Maddalerna, ecc.; ha, ai piedi delle Alpi, laghi incantevoli e poi una miriade di città d’arte grandi e piccole. Un richiamo enorme e fortissimo per il turismo internazionale, ma, forse, con un’immagine internazionale un po’ sbiadita, comunque non sufficientemente valorizzata. 

E, come se non bastasse, l’Italia possiede anche una enorme ricchezza di musei d’ogni tipo che espongono solo una parte dei tesori d’arte posseduti. E sono in molti casi poco conosciuti e, per di più con orari troppo ridotti, rendendo difficile o anche impossibile una loro piena fruizione.
Finalmente pare che il nuovo Ministro faccia sul serio, favorisca i necessari investimenti anche per migliorare l’immagine all’estero del patrimonio archeologico e artistico italiano; sia risoluto ad ammodernare l’organizzazione dei complessi museali e archeologici, dotandoli anche di personale adeguato e preparato; garantisca aperture più lunghe, anche serali; trovi il modo per dotare ogni museo e sito archeologico di efficiente caffetteria, idoneo ristorante, ricco bookshop e servizio audioguide come avviene in tutte le analoghe realtà estere.

La ristorazione  

La valorizzazione del patrimonio archeologico e artistico italiano, diffuso ovunque nella nostra penisola, rappresenta un’offerta turistica importantissima e un imperdibile richiamo per il turismo internazionale colto che arriva in Italia per un periodo di vacanze o, anche, appositamente per conoscere la storia e l’arte del nostro Paese, come avveniva nel Settecento. 

E non c’è dubbio che anche il turista “balneare” senta la voglia di arricchire le proprie vacanze con un tuffo nella storia, nell’arte e nella cultura, che rappresentano lo straordinario valore aggiunto posseduto dall’Italia, presente anche nelle vicinanze di ogni spiaggia e di ogni località lacustre e montana.

E ad avvantaggiarsene sarà anche la cucina italiana, considerata attualmente la più gradita al mondo. Ad essere cercati dai turisti non saranno solo i ristoranti più celebri, ben conosciuti dai gourmet internazionali, ma l’intero tessuto ristorativo che in ogni città e in ogni paese offre sia i piatti della solida tradizione regionale italiana, come le intelligenti elaborazioni di tanti ottimi cuochi che, fedeli ai propri fornelli, sanno regalare ai commensali straordinari piaceri gastronomici.

Stefano Bonilli si è battuto a lungo, da quando nel 1986 fondò la rivista “Gambero Rosso”, ma anche da prima, per insegnare a valorizzare i piatti delle belle trattorie italiane, a presentarli con buon gusto, a farli accompagnare da vini adatti, ad accogliere e ospitare i clienti con quel calore e quella affabilità che rende piacevolissima la sosta nelle trattorie e nei ristoranti.

Le indicazioni di Bonilli sono state capite e accolte, ma non ancora da tutti e se vogliamo che l’Italia compia un ulteriore passo in avanti anche nei settori del turismo e della ristorazione, si dovrà riprendere in mano l’insegnamento del fondatore del Gambero Rosso e impegnarsi ad attuarlo.