venerdì 27 maggio 2011

Il Merlot, re dei vini rossi

grappolo d'uva Merlot
In Veneto, come in altre regioni italiane, questo vino sta scalando le classifiche della qualità, imponendosi anche a livello internazionale. Ho degustato quello prodotto da Simone Lazzarotto, nelle Terre dei Largoni a Lorenzaga di Motta di Livenza, davvero un aristocratico Merlot.

Se c’è un vitigno a bacca rossa che ha conquistato il mondo questo è il Merlot, oggi definito “vitigno internazionale”. In Italia e precisamente nel Veneto Orientale (province di Treviso e Venezia) e in Friuli Venezia Giulia è arrivato dalla Francia, precisamente dalla Gironda, nel Sud-Ovest della Francia e in particolare della zona di Bordeaux da cui nascono (in uvaggio con il Cabernet) alcuni dei più prestigiosi vini al mondo (Saint-Émilion, Pomerol).
Nel Nord-Est d’Italia le prime barbatelle di Merlot sono arrivate attorno al 1880 (in Friuli e già prima erano arrivate in Piemonte), e la diffusione nelle terre del Piave e in Friuli avvenne subito dopo la prima guerra mondiale e ancor più dopo il 1950 quando il Merlot prende il posto di alcuni vitigni autoctoni, come il Raboso Piave, il Raboso Veronese, il Refosco e il Verduzzo.
È arrivato dunque dalla Francia, ma in Francia quando era arrivato? Si sa che le prime viti sono state piantate nel Sud della Francia attorno al Mille avanti Cristo dai Fenici, ma la diffusione della viticoltura in Francia va a merito delle legioni di Giulio Cesare che sono rimaste in Gallia (antico nome della Francia) dal 58 al 50 a.C., come ha narrata il grande generale romano nel suo “De bello Gallico” (“La guerra gallica”) ed è in quegli anni che, grazie ai Romani, la viticoltura si è lì diffusa. Poi, caduto l’impero romano e con il passaggio anche in Francia di orde barbariche, furono i monaci benedettini nell’Alto Medioevo a salvare la coltivazione della vite nei luoghi più vocati, divenuti da allora i “Premier cru”, cioè i vigneti in assoluto più importanti anche attualmente. Si potrebbe affermare allora che il vitigno Merlot è il figlio o anche pronipote – ottenuto per selezione o incroci spontanei – di qualche antico vitigno importato in Francia dall’Italia ai tempi di Giulio Cesare, poco prima della metà del primo secolo avanti Cristo.
Nelle terre del Piave e della Livenza (in provincia di Treviso), questo vitigno ha trovato il suo habitat ideale, per poi diffondersi negli ultimi decenni, in altre province venete, in Trentino, in Lombardia, in Toscana e fino in Sicilia, come pure in Slovenia e anche in Ungheria.
Le Terre dei Largoni
In Italia uno dei suoi cru più interessanti e importanti, cioè una delle zone di produzione considerata fra le migliori, è tra i fiumi Livenza e Tagliamento, nell’antico “Agro concordiese” e precisamente a Lorenzaga, in comune di Motta di Livenza. Qui un produttore trevigiano, Giorgio Cecchetto, vinifica dalle sue vigne un merlot – il Sante Rosso - che per ben due volte è risultato il migliore alla Mostra Nazionale di Aldeno (Trento) e che ho più volte piacevolissimamente degustato. E proprio accanto alle vigne di Cecchetto ci sono quelle dell’Azienda Romeo Lazzarotto, ora condotte dal figlio Simone con la collaborazione della famiglia e anche il Merlot Lazzarotto, che ho assaggiato in più occasioni con grande soddisfazione, è un vino importante e per nulla inferiore ai grandi Merlot italiani, anche se fin qui non ha partecipato alla Mostra di Aldeno, ma a quella Nazionale di Pramaggiore, conquistando più volte la medaglia d’oro. L’Azienda Lazzarotto, denominata “Terre dei Largoni”, dall’antico nome della via che attraversa la zona, è anche una ben nota azienda agrituristica con una cucina che propone con serietà e fedeltà la cucina tradizionale di un territorio che è il punto d’incontro storico fra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. Lorenzaga, infatti, pur essendo in provincia di Treviso, quindi nel Veneto, appartenne fino al 1420 al Patriarcato di Aquileia ed ancor oggi è nella giurisdizione ecclesiastica della diocesi di Concordia-Pordenone.
Il Merlot
La vite di Merlot ha foglia media, pentagonale, trilobata e quinquelobata; grappolo medio, piramidale più o meni spargolo, con una o due ali e peduncolo legnoso di colore rosato; acino medio, rotondo di colore blu-nero con buccia di media consistenza ricoperta da abbondante pruina. Sapendolo coltivare con intelligenza, il Merlot può dare, in produzioni che superano i 100q/ha piacevolissimi vini freschi di pronta beva ma se la produzione di uva per ettaro non supera gli 80 q e si ha una vinificazione adatta, si possono ottenere, come nelle due aziende citate, vini di grande corpo, ottima stoffa, seria gradazione alcolica, con un bouquet aristocratico che si sviluppa ed amplifica con l’invecchiamento.
L'azienda vitivinicola e agrituristica Romeo Lazzarotto
Il Merlot che ho assaggiato nella cantina di Lazzarotto, frutto di un vigneto con alcuni decenni di vita, ha un colore rosso rubino brillante, un profumo intenso, gradevole, ben equilibrato, con note che richiamano la mora selvatica e la marasca; un sapore giustamente tannico, piuttosto robusto; un gusto ben strutturato, armonico, asciutto. La sua gradazione alcolica è di 13° e Simone Lazzarotto consiglia di servirlo a una temperatura di 16-18°C.
Questo Merlot – e, in genere, tutti i grandi Merlot - è un vino aristocratico per carni importanti, dalle costate alla selvaggina sia di piuma che di pelo e per i formaggi invecchiati. In questi casi il matrimonio è perfetto e grazie a queste nobili caratteristiche il Merlot “Terre dei Largoni”, pur essendo questa una piccola ma seria ed efficiente azienda agricola a conduzione famigliare, è già presente in Austria, Svizzera, Belgio, Danimarca e perfino in Cina e in Brasile, a dimostrazione che i Merlot prodotti in Italia non temono più il confronto con quelli francesi e il recente Vinitaly lo ha ampiamente dimostrato. Per informazioni: www.romeo.it.