Sono stato invitato da Gianluigi Secco alla sua
trasmissione “A Marenda coi Belumat” (giunta alla 20ª edizione), andata
in onda domenica 10 febbraio 2013, alle 16,30 su Antenna 3 Veneto.
L’invito era motivato dal tema in discussione: L’attuale cucina regionale e
la cucina di Carnevale.
Ho presentato agli ascoltatori il quadro dell’attuale cucina
regionale, che, pur buona e con alcune punte interessanti, non gode fuori
regione di grande prestigio e, per di più, dà di sé una brutta immagine con i
troppi ristoranti veneziani che prendono per il collo i turisti, specie se
stranieri.
Attualmente le cucine più interessanti si trovano nelle
province di Belluno e Vicenza, seguono Venezia (con “Cera”, considerato il
miglior ristorante italiano di pesce), Padova e Verona; quindi, fanalino di
coda, Treviso e Rovigo.
Ci sono numerosi ristoranti che propongono la cucina del
territorio e delle stagioni, quindi la vera cucina veneta, ma i cosiddetti
grandi amano per lo più mostrare la bravura e la fantasia dei rispettivi cuochi,
con esiti certamente piacevoli, ma che nulla o assai poco hanno a che fare con
la cucina veneta e/o italiana.
Per quanto riguarda la cucina di Carnevale, ritenuta “cucina
di grasso” in contrapposizione alla cucina della Quaresima, considerata “cucina
di magro”, la caratteristica vera è data dal dolce veneziano per antonomasia,
la frittella, presente da almeno 800 anni, come attestano le ricette che di
secolo in secolo sono apparse nei ricettari che raccontano la tradizione
veneziana.
La trasmissione di Gianluigi Secco, che gode di un alto
numero di ascoltatori, serve a far riflettere sul valore della tradizione, che
non è qualcosa di statico, ma il fondamento sul quale costruire la storia che
si evolve col passare delle generazioni.
La cucina veneta attuale non è quella
del secolo scorso, ma l’evoluzione di quella cucina e i turisti, specie gli
stranieri che vengono a trovarci, amano gustare la nostra cucina, non la cucina
anonima presentata da troppi alberghi sia veneziani che delle località
turistiche.
Fortunatamente ci sono anche cuochi che sanno presentare in modo
egregio la vera cucina veneta, ma potrebbero essere di più se vogliamo che il
Veneto riacquisti il prestigio che aveva venezia nel Settecento.